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I dannati della rivoluzione

Violenza politica e storia d’Italia negli anni Sessanta e Settanta

Ventrone Angelo

Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata
pp. 302 ISBN: 9788860562173
ed. 2010
Formati: stampa
Prezzo: € 15.00
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Perché le generazioni nate negli anni Sessanta e Settanta non hanno ancora la loro storia? Perché c’è un’evidente sproporzione tra l’attenzione suscitata nell’opinione pubblica dai libri di memorialistica, dalle ricostruzioni giornalistiche su quel ventennio, e il silenzio degli storici? Certamente, molto è dipeso dal fatto che quando quel periodo si è chiuso nel sangue, le ragioni di chi vi ha partecipato sono rapidamente precipitate nell’ombra. E mentre le ideologie del ’900 sopravvivevano sempre più faticosamente a se stesse, non è sembrato più possibile, né interessante, recuperare le ragioni di chi aveva creduto, sperato, combattuto per la rivoluzione. Eppure, se vogliamo capire quello che è stato e come è cambiato il paese dopo quegli eventi, alcune questioni non possono più essere eluse: tutto è iniziato con il ’68 o ancora prima? Piazza Fontana ha rappresentato veramente la «perdita dell’innocenza» per un’intera generazione che si è sentita costretta a difendersi dalla violenza dello Stato, come è stato tante volte ripetuto, o ci sono altre piste da percorrere? Estrema destra ed estrema sinistra sono stati nemici assoluti o invece hanno condiviso più cose di quanto a lungo abbiamo creduto? Come sono stati raccontati quegli anni dai loro protagonisti? E che pensano le nuove generazioni di quelle vicende così lontane? Sono questi alcuni degli interrogativi che questo lavoro si propone di esplorare, ponendo a confronto studiosi sia di diverse provenienze politiche e culturali che di generazioni differenti, con il comune obiettivo di mettere in discussione il senso comune che si è andato lentamente stratificando dopo trent’anni di letture parziali.