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«I triestini il sabato non vanno a conferenze». Pasolini e la poesia triestina: Giotti, Saba, Marin

Benussi, Maria Cristina

Editore: EUT Edizioni Università di Trieste Collana: Fuori collana
pp. 172 ISBN: 978-88-5511-345-8
ed. 2022 eISBN: 978-88-5511-346-5
Formati: Stampa, eBook
Prezzo: € 16.00
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Nel 1946 Giani Stuparich, con il supporto dell’élite culturale cittadina, fondò a Trieste il Circolo della Cultura e delle Arti, per diffondere una cultura capace di orientare e superare le tensioni di quel difficile dopoguerra. Tra i tanti scrittori chiamati a tenere delle conferenze ci fu Pier Paolo Pasolini, che fin dal 1951 aveva cominciato a seguire la produzione di alcuni poeti giuliani, dei “dialettali” Virgilio Giotti e Biagio Marin oltre che, ovviamente, di Umberto Saba, di cui ammirava la “finta semplicità” linguistica. Tra i protagonisti della poesia triestina del Novecento le interazioni culturali ed amicali erano iniziate nei lontani anni fiorentini della «Voce», e continuarono variamente in seguito, mentre i loro profili critici, anche successivi, prendevano consistenza anche grazie a quelle letture del giovane Pasolini, destinato a diventare uno dei più importanti influencer della letteratura italiana contemporanea.