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Parler dulcement d'amur

Identità, desiderio, racconto nei testi antico-francesi della leggenda di Tristano (XII sec.)

Teodoro Patera

Editore: eum - edizioni università di macerata Collana: Premio Tesi di dottorato 5
pp. 294 ISBN: 9788860565341
ed. 2018
Formati: Stampa
Prezzo: € 18.00 Prezzo eBook: € 0.00
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Nella cosiddetta fine lunga del romanzo di Thomas d’Angleterre, Isotta, giunta troppo tardi, si rivolge al corpo esanime dell’amato e scandisce un’ipotesi impossibile, fantasticando che, se fosse arrivata in tempo, avrebbe salvato la vita a Tristano e gli avrebbe parlato – dulcement – del loro amore. Anche se solo per via ipotetica, l’eroina si appropria, con le sue ultime parole, del ruolo che la tradizione attribuisce notoriamente al protagonista maschile: quello di cantore della sua storia, di narratore della parabola tristaniana. Il quadro perfetto dell’idillio amoroso è, per quest’amante esemplare, una fusione di baci e racconto, abbracci e memoria. La condizione dell’amore è contemplata come una condizione narrativa. Amare è raccontare il proprio amore, figurarsi come personaggi, inscriversi in un narrato. L’amore è un atto di parola, senza essere per questo negato come atto fissato da una performance dei corpi, evento che si dipana tra due esistenze.