Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata | |
pp. 390 | ISBN: 9788860560612 |
ed. 2007 | |
Formati: stampa | |
Prezzo: € 21.00 |
Nonostante il tentativo di Aristotele di offrire un’esposizione esaustiva di tutta la problematica del luogo e di darne una soluzione definitiva con l’arcinota definizione di luogo come primo limite immobile del contenente, fin dall’antichità i lettori hanno avuto grande difficoltà a conciliare i diversi aspetti della sua dottrina e, soprattutto, a comprendere il senso esatto di quella definizione, sia riguardo alla realtà dello stesso luogo sia in merito a come il concetto di luogo possa essere un valido sostituto dell’assai più familiare concetto di spazio. Già Teofrasto confessava di non comprendere cosa intendesse il suo maestro e anche i peripatetici Stratone e Eudemo mostrando non poca incertezza. Neanche l’attuale storiografia mostra di avere maggiore facilità, al punto che si è parlato senza mezzi termini di un’evidente inadeguatezza o incompletezza della dottrina, o addirittura di un’inconsapevolezza del problema da parte di Aristotele. Solo una ripresa approfondita, ab initio, di tutto Fisica Δ 1-5 poteva dimostrare che lo Stagirita in verità svolge una dottrina unica e coerente secondo principi e premesse metodologiche che saranno mantenuti pressoché costantemente dal primo al quinto capitolo, e che molte difficoltà incontrate dagli interpreti sono dipese dal non aver riportato ad un unico quadro di riferimento, affermazioni e valutazioni così apparentemente tanto diverse e distanti fra loro. Aristotele ci fa vedere che la realtà del luogo è analizzabile secondo vari punti di vista, tutti utili e legittimi, che devono esser rispettati nello loro irriducibilità, con i quali dobbiamo fare i conti, nessuno escluso, evitando di trasformare i suoi et…et nei nostri aut…aut.