Editore: eum edizioni università di macerata | |
pp. 481 | ISBN: 978-88-6056-848-9 |
ed. 2023 | |
Formati: 14x21 | |
Prezzo: € 20.00 |
Immaginare le corti d’assise significa tracciare una differenza tra i giuristi e i giurati. Come le altre realtà continentali, anche l’ordinamento giuridico svizzero ha conosciuto sin dalla metà dell’Ottocento le corti d’assise, ma il loro arrivo fu imposto su una realtà locale molto particolare. Fino ad allora la stragrande maggioranza del personale giudicante nella Confederazione non aveva studiato giurisprudenza all’università. Il diritto non era in mano ai giuristi. La giuria popolare fu quindi imposta da questi ultimi come elemento cardine della modernizzazione del sistema. Nonostante oggi si parli dei giurati in relazione alla loro diversità rispetto alle logiche giuridiche, in Svizzera essi permisero di far penetrare nuovi riferimenti tecnici, come il principio di legalità, la prova indiziale o il processo pubblico. Immaginando i giurati popolari, i giuristi potevano imporre un elemento di alterità e su di esso istituire nuove differenze moderniste. I giurati, inizialmente descritti come soggetti consapevoli, persero rapidamente il favore iniziale non appena ottenuto il controllo del sistema. Progressivamente divennero un manipolo di stolti imprevedibili e inaffidabili. I giuristi riconobbero infine ai soli giuristi la capacità di dare ascolto alla società. Ponendosi su un piano di osservazione esterno, Immaginare le corti d’assise racconta questa storia di othering, indagandone le contraddizioni e la resistenza esercitata a livello locale.