Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata | |
pp. 303 | ISBN: 9788860560599 |
ed. 2007 | |
Formati: stampa | |
Prezzo: € 18.00 |
Nell’orizzonte della storia politico-costituzionale europea la peculiare vicenda prussiana rappresenta in qualche modo un enigma: come spiegare la contemporanea presenza di fattori apparentemente in opposizione fra loro come l’interpretazione assolutistica del principio monarchico e il tenace permanere di forme di organizzazione feudal-cetuali, la spinta verso forme di compiuta rappresentanza parlamentare e la nascita del modello cancellierale? Nel corso degli ultimi decenni la storiografia costituzionale ha individuato diverse cause che condussero alla sovrapposizione di elementi contrastanti, o alle distorsioni del loro significato. Specifico obiettivo di questo volume è offrire un ulteriore contributo concentrandosi su un passaggio-chiave, la genesi del Cancellierato. L’ipotesi che sta alla base della ricerca è che per comprendere fino in fondo il senso di questa lenta transizione politico-costituzionale non sia sufficiente concentrarsi sugli splendori dell’era bismarckiana, ma occorra fare un passo indietro, indagando le specifiche circostanze che nella Prussia di metà Ottocento resero possibile e necessaria l’invenzione di un nuovo sistema di governo. Il lasso temporale a tal fine preso in esame - ossia, il periodo intercorso fra l’avvio del processo costituente nel marzo del 1848 e la fine della fase più incisiva del cosiddetto “sistema Manteuffel” nel 1853 - coincide con l’avvio dello “scisma” ingenerato fra i conservatori prussiani dal bonapartismo inteso sia come tecnica di governo, sia come idea-forza politica e proprio le “affinità elettive” riscontrabili fra Luigi Napoleone e i circoli governativi prussiani consentono di ridimensionare drasticamente l’idea di un Sonderweg, di un’evoluzione autoritaria della Prussia “eccezionale” rispetto agli sviluppi costituzionali nel resto dell’Europa.