Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata | |
pp. 260 | ISBN: 9788860560063 |
ed. 2007 | |
Formati: stampa | |
Prezzo: € 20.00 |
Scrittori per molti aspetti antitetici, d’Annunzio e Pirandello si sono misurati con la scena teatrale facendone anche il banco di prova delle rispettive concezioni linguistiche. La lingua come sonorità lirica e la riformulazione attualizzata delle suggestioni del dramma classico hanno permesso a d’Annunzio di sospendere il suo teatro in uno spazio metastorico. La prosa borghese di registro medio e neutro, corroborata dalla nuova espressività dei mezzi di comunicazione, sta a fondamento del teatro di Pirandello. Linguisti, italianisti e uomini di teatro, dalle loro diverse prospettive, riflettono nei contributi raccolti in questo volume su uno snodo drammaturgico di fondamentale importanza, che ha decretato e continua a decretare il successo della proposta pirandelliana, relegando sempre più ‘fuori scena’ la troppo letteraria soluzione dannunziana. Una questione complessa, calata com’è in una stretta contiguità cronologica; irriducibile a facili schematismi, poiché la convergenza/divergenza delle due opzioni parrebbe sottendere più punti di contatto/attrito, lungo un’ardita traiettoria di sperimentazione estendibile anche ad altre esperienze teatrali in quello stesso arco di tempo.