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Le parole per cambiare

Vàclav Havel, Traduzione ed Echi a cura di Gaia Seminara

Editore: eum edizioni università di macerata Collana: Prolusioni
pp. 240 ISBN: 978-88-6056-860-1
ed. 2024
Formati: 10,5x14,7
Prezzo: € 11.00
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Agli occhi del mondo, soprattutto quello “occidentale”, Václav Havel è emerso dalla fitta nebbia di un regime quarantennale in un piccolo Paese come la figura-faro che lo ha condotto con determinazione prima fuori dal comunismo e poi dentro l’Europa nella sua nuova, democratica e unita conformazione. Havel è il pilastro politico di tutti i radicali cambiamenti che hanno costellato una faticosa transizione iniziata negli anni Settanta: è dissidente perseguitato, portavoce illustre del movimento politico-sociale Charta 77, protagonista della Rivoluzione di velluto nel novembre 1989, ultimo Presidente di una Cecoslovacchia nuovamente democratica (1989-1992) e primo della Repubblica ceca nel 1993, dopo la pacifica separazione dalla Slovacchia, nonché indefesso sostenitore dell’ingresso della Cechia nell’Unione europea, avvenuto nel 2004, poco dopo la conclusione del suo mandato decennale Eppure ancora nel 1989, pochi mesi prima della definitiva disgregazione del regime comunista e dell’inizio di una vera e propria carriera, Havel rifiutava l’appellativo di “politico” e ribadiva il proprio ruolo di cittadino e di “scrittore curioso”. Lo faceva inquadrando con lucidità e precisione la forza fatale dell’unico strumento dell’attività letteraria, la parola, che espressa in libertà e secondo verità diviene tanto politica da “sconvolgere un sistema e tutti i suoi apparati di potere” colpendo là dove neppure l’azione armata è capace di arrivare. Libertà, verità, memoria, sono solo alcuni dei temi fondamentali che Havel diffonde e difende nei moltissimi messaggi rivolti agli uditòri più variegati nel suo costante sforzo di ricongiungere i valori propri e della propria nazione alla loro legittima patria europea, e di rivendicare per essi una modernità che è stata a lungo soffocata. La selezione di prolusioni e discorsi presentati in questa raccolta tenta di offrire una narrazione, senz’altro parziale, ma il più possibile coerente, del complesso e sfaccettato profilo di Havel letterato e drammaturgo che diviene uomo politico, e della sua inconfondibile espressività, acuta e coinvolgente senza pecche di retorica. Inaugurano simbolicamente il volume le parole di Havel a sostegno dei propri concittadini nell’agosto 1968, nei primissimi momenti di occupazione della Cecoslovacchia da parte di cinque eserciti del Patto di Varsavia, e lo concludono quelle rivolte alla propria nazione in occasione del ventesimo anniversario della Rivoluzione di velluto.