Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata | |
pp. 344 | ISBN: 9788860562470 |
ed. 2010 | |
Formati: stampa | |
Prezzo: € 16.00 |
Di Franciscus van den Enden (Anversa 1602-Parigi 1674), discusso e controverso maestro di latino di Spinoza, erano conosciuti un lavoro teatrale (Philedonius, 1657) e due scritti politici. Erano celebri le sue regie (su testi di Seneca e Terenzio), portate in scena negli anni 1657-1658. Recite, alle quali era forse presente lo stesso Spinoza. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi nuovi scritti e vari documenti. Nell’utilizzare i dati sinora disponibili, questa monografia è suddivisa in tre parti. Nella prima, si è delineata una succinta biografia, tesa a cogliere la profonda unità di un percorso biografico per nulla lineare, eppure segnato da una genuina fedeltà alla causa della Controriforma e dei Paesi Bassi spagnoli. Questa “fedeltà” è iniziata con la formazione gesuita del nostro autore. È continuata nella feroce lotta contro il nemico calvinista, dopo l’adesione alla Hierarchia mariana di De los Ríos y Alarcón. È divenuta spettacolo pubblico nell’engagement gesuita praticato nel teatro di Amsterdam. Si è rivelata infine come il centro segreto dello stesso, tragico esito della vicenda di Van den Enden, consigliere di Luigi XIV, ma nel contempo emissario di Bruxelles, agente segreto del Governatore dei Paesi Bassi spagnoli, nel complotto antifrancese che segnerà la sua fine. Nella seconda parte si è evidenziato un dato desumibile dagli scritti spinoziani: è certa non solo la partecipazione di Spinoza alle recite terenziane degli anni 1657-1658, ma risulta anche documentabile la sua recita di Seneca. Nella terza parte si è offerto il testo latino del Philedonius, in un’edizione critica accompagnata dalla prima traduzione italiana, da un vastissimo regesto delle fonti latine e da un ampio commento, che intende mettere in luce i tratti profondi che accomunano il Philedonius alla cultura e al teatro dei Gesuiti del Seicento.