Editore: EUT Edizioni Università di Trieste | Collana: Biblioteca della società aperta. Studi e ricerche |
pp. XXVI; 185 | ISBN: 978-88-5511-159-1 |
ed. 2020 | eISBN: 978-88-5511-160-7 |
Formati: Stampa, eBook | |
Prezzo: € 18.00 |
Marta Fiascaris da San Daniele ha numerosi seguaci in Friuli e in ambito triestino. Sono donne di ceto sociale diverso e predicatori di più ordini religiosi, ma l’incontro con Marta avviene attraverso gli atti dell’annoso processo inquisitoriale (1649-1656) di cui è protagonista con l’accusa di falsa santità, che sottintende quella di eresia e di illusione diabolica.
Ogni vicenda umana si colloca e definisce all’interno delle categorie di tempo e di spazio e quella di Marta non fa eccezione. Il tempo è la prima metà del ’600 e i fatti sono particolarmente ricchi di implicazioni sociali, per una riflessione intorno alle inquietudini religiose e alle forti esigenze di controllo sociale che emergono nel Friuli dell’epoca. Lo spazio va definito sul piano sociale ed è caratterizzato, per le masse contadine, da drammatiche condizioni di carestia e morte.
La storia di Marta si inserisce in questo quadro. Donna di umile stato sociale, nubile e figlia di un’ebrea convertita, porta con sé la cultura religiosa delle “Sante Vive” del ’500 ed è attratta dalla vita mistica che manifesta con Visioni e Rivelazioni, portatrici di un messaggio in chiave prettamente femminile che la spinge a soccorrere poveri, malati e bisognosi.
Nel compiere la sua missione incorre in un gravissimo errore: dimentica di essere donna, donna che sa leggere, scrivere, argomentare e osa sfidare il rigido apparato del potere della Chiesa. Quella di Marta è un’alterità incomprensibile per gli uomini dell’Inquisizione che possono solo cancellarla, riducendola nelle categorie del diabolico o del folle.