Editore: EUM – Edizioni Università di Macerata | |
pp. 218 | ISBN: 9788860561459 |
ed. 2009 | |
Formati: stampa | |
Prezzo: € 22.00 |
Ad un sistema penale come quello italiano, dove sono accettati - o addirittura regolati, anche se in modo informale - ampi spazi di manovra per gli attori che vi operano professionalmente, fa da corollario un discreto impiego di strategie soggettive nella fase di implementazione del diritto. Questo si verifica alla luce di un regime di completa obbligatorietà dell’azione penale. Per chi si occupa di analizzare la società e il diritto incorporando entrambi i fronti in una visione socio-giuridica integrata è d’obbligo porsi alcuni interrogativi cruciali sul funzionamento del sistema penale. Come possono coesistere nella realtà quotidiana del diritto in azione due elementi in apparenza così radicalmente contrapposti, come il principio di rango costituzionale di obbligatorietà dell’azione penale e la possibilità di operare scelte soggettive nel quadro dei comportamenti degli attori giuridici? Qual è il ruolo reale giocato dal fattore costituito dal decorso temporale, risorsa risolutiva o - al contrario - elemento di impedimento nel processo? Per quali ragioni, in Italia, al tema dell’obbligatorietà dell’azione penale è stato lungamente attribuito lo status di mito e di argomento tabù? Non è un compito facile né esente da rischi cercare risposte a questi quesiti. Le testimonianze degli operatori del diritto - magistrati requirenti e giudicanti, avvocati difensori e di parte civile e cancellieri, operanti presso diverse sedi giudiziarie italiane - possono offrire nuovi spunti di comprensione perché racchiudono i punti di vista di chi si deve confrontare ogni giorno con le problematiche legate all’applicazione delle norme. I diversi capitoli del volume cercano di cogliere i molteplici piani dei comportamenti degli attori giuridici nelle varie fasi del procedimento penale, così come si cristallizzano nelle loro stesse esperienze.